martedì 21 maggio 2013

Truccare il cinquantino nell’epoca digitale.

Nell’epoca meccanica si usava ottenere prestazioni superiori agli standard sostituendo carburatori o eliminando marmitte.
Nel millennio digitale si tende a superare i limiti imposti dalle case produttrici al proprio hardware tramite sostituzioni di software e i risultati, per quanto meno dannosi per le orecchie, sono spesso stupefacenti.
Del resto molti aggeggi digitali di cui ci circondiamo hanno ormai cervelli diverse volte più potenti di quelli che ci hanno permesso di andare sulla luna, quindi forse non bisognerebbe stupirsi più di tanto. Il problema resta la capacità di prenderne il controllo e sfruttarne la potenza nascosta.
Per quello che ci riguarda più da vicino, ossia la narrazione cinematografica, notevole è il risultato del gruppo di “smanettoni” chiamato Magic Lantern nel trasformare via software la già notevole Mark 3 in qualcosa di notevolmente meglio dimostrando, tra l’altro, come gli oggetti che ci vengono venduti siano castrati soprattutto per ragioni di marketing e di posizionamento del prodotto. Avviene quindi che una macchina da X euro acquisisca o meglio sblocchi le prestazioni di una diverse volte più cara e il tutto “solo” via software.
E’ come se, schiacciando un bottone, il nostro Ciao puzzolente diventasse improvvisamente una Ducati da corsa. Meglio dei transformers.
Utilizzo già da tempo il software parallelo di Magic Lantern sulla buona vecchia 550 grazie al quale si ottengono una serie di vantaggi quali vari aiuti per la messa a fuoco, la gestione dell’audio, l’intevallometro, il cosiddetto bulb ramp che consente un aggiustamento semiautomatico dell’esposizione durante i time lapse e molte altre cose che rendono la reflex molto più simile a una telecamera di alto livello.

Tuttavia, la funzione aggiunta sulla Mark 3 è qualcosa di più perché va a incidere in modo sostanziale sulla qualità dell’immagine. In pratica viene saltata la compressione interna per ottenere un flusso video RAW a una risoluzione che può arrivare anche ai 3K. Già si parla di negativo digitale per la qualità raggiunta e per le possibilità di manipolazione in postproduzione. In realtà, con il RAW fotografico siamo oltre al negativo della pellicola già da un pezzo.
Come ogni buon barbatrucco c’è anche il rischio di sfasciare il mezzo forzandone le tolleranze di serie... Per cui il consiglio è di lasciare ancora un po’ di sperimentazione ai fanatici del modding, almeno finché non si potrà sgasare a manetta senza che la camera esploda.

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