lunedì 24 gennaio 2011


Tre film quasi imperfetti.

Occhio: spoileroni in arrivo quindi se non avete visto i film poi non venite a piangere qui come se aveste visto i trailer-spoileroni che vanno di moda oggi.

American Life: ridotta ai minimi termini la morale del film (ammesso che uno debba cercare una morale per un film) è: se erediti una casa, una casa molto bella con vista mare, il patio, il contropatio etc... Ma che cazzo perdi tempo a girare l’America per cercartene un’altra?

A parte questa cazzata, il film è sottilmente inquietante-rassicurante-nulladicente-tuttodicente. Quindi mi è piaciuto anche se la sensazione è che per riuscire a fare e distribuire un film del genere devi aver fatto almeno tre film della madonna altrimenti anche il produttore più generoso ti manderebbe generosamente a quel paese (il grande Paese dei Registi mai Prodotti a cui sono tuttora iscritto).


Tron: se domani potessi andare indietro nel tempo e incontrassi me stesso tipo di 20 anni fa mi procurerei di elargirgli un paio di sestine vincenti del superenalotto. Non dico l’albo dei risultati sportivi alla Ritorno al futuro 2, ma un paio di sestine di quelle grasse. Non sarebbe un furto, ma una redistribuzione del culo tanto per uscire dal Paese dei Registi mai Prodotti. Poi mi darei due dritte sulle ragazze che incontrerò per evitarmi qualche inutile fastidio e poi...
- Ah dimenticavo: quando tra vent’anni uscirà il seguito di Tron evita di lasciargli 10 euro perché è proprio una sTRONzata incapace di riportarti ai bei vecchi tempi andati di quando passavi le giornate in sala giochi e ti chiedevi che diavolo ci sarà dentro quei circuiti integrati.

- Cosa diavolo sono gli euro?


- Quelli che ti becchi con queste due sestine.


Hereafter: Clint io se potessi lo sposerei come quella tipa che voleva sposare Simon Le Bon nei merdavigliosi anni ’80. Per come lo vedo io l’ultimo film è un’altra declinazione sul grande tema dell’incontro tra umani. Quando gli umani si incontrano accadono cose molto curiose, spesso tragiche, altre volte comiche, romantiche etc. Il Clint è diventato maestro nel filmare questi fenomeni teoricamente impossibili da vedere e anche questa volta ci è riuscito molto bene, fregandosene anche delle regole accademiche della regia.
Da questo punto di vista il film è molto incentrato sull’aldiqua.

La sfida di immaginarsi un aldilà era davvero tosta e forse qui il Clint è stato un po’ stereotipato (americano?) e ci ha mostrato più del necessario, anche se saggiamente è rimasto sul vago e con dosi omeopatiche.

L’aldilà di Clint è un po’ Frodo-Style quando si infila l’anello o tipo quello delle trasmissioni di fanta-sci-trash alla Voyager che ti fanno venir voglia di spaccare la tv per la gioia della Panasonic.
Ecco, se fossi stato con Clint (da legittimo sposo) gli avrei detto di fermarsi un passo prima e lasciare allo spettatore immaginarsi l’aldilà.
Io, ad esempio, l’aldilà lo vorrei con tanti animali e tante piante, ma con un sistema automatico di irrigazione.
Il tema della fine è fondamentale, ma penso che la fine sia non solo necessaria, ma anche giusta ed esteticamente apprezzabile. L’idea di un’anima che mi sopravvive mi mette addosso una certa noia: non è che poi mi tocca passare il tempo ad innaffiare le piante dell’Eden?


4 commenti:

  1. voglio dire una cosa.
    se tu scrivessi un libro io lo comprerei.
    ecco tutto.

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  2. Beh ti ringrazio chiunque tu sia... Se ci mettiamo la mia mamma e il mio papà sarebbero già 3 copie sicure ;)

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  3. anch'io lo comprerei. ma non nella versione con la copertina rigida perchè è troppo cara. ladro

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  4. Tranquillo, la versione per te sarà sicuramente con la copertina molle, ma che dico molle, flaccida...

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