lunedì 31 maggio 2010

Fuoco profondamente basso.

Tra “i drammi umani nella vita di un filmmaker”* c’è sicuramente il grosso ostacolo della profondità di campo. O meglio: il problema di ottenere una bassa profondità di campo senza fare riprese da 100km di distanza dal soggetto con zoom massimo o, viceversa, incollare l'obiettivo al soggetto e allontanare tutto il resto. Infatti, la maggior parte delle telecamere digitali, anche di ottimo livello, tendono ad avere ottiche fisse, sensori piccoli e focali piuttosto ampie. Questa combo di eventi fa sì che le telecamere abbiano un comportamento simile all’umano occhio e riescano a mettere a fuoco “un po’ tutto”**, lasciando quel sapore poco cinematografico in bocca al Tristo Filmmaker.
Dei prodi artigiani hanno pensato a soluzioni ingegnose a questo problema, ma il tutto si risolve in accrocchi poco pratici che permettono di attaccare le ottiche delle macchine fotografiche reflex alle telecamere digitali. Ci sono naturalmente enne siti che ti spiegano come costruirti un adattatore con le tue manine... in fondo è un tubo con un ground glass sul fondo... poi basta aggiungerci un motore che faccia vibrare il tutto per non riprendere la polvere che si ferma sul ground glass e ricordarsi che le immagini saranno a testa in giù per il ben noto effetto ottico che mi sembra superfluo star qui a citare... e una volta costruito “con facilità”*** l’oggetto sarà sufficiente recarsi sul set a testa in giù con un treppiede robustamente attrezzato a reggere il peso dell’adattatore+ottica (altrimenti vi si spezza la telecamera in due) e con un sole che spacchi le pietre perché il tutto toglie diversi stop di luce. Vi sono poi in vendita cose meno artigianali, ma che costano più che affittarsi una Cadillac con autista per due mesi. Questo era il panorama fino a circa un anno e mezzo fa che si stagliava di fronte al Mesto Filmmaker.
Poi la magia.
Diversi produttori di reflex hanno aggiunto nelle le loro macchine fotografiche la possibilità di girare video per lo scandalo dei Puristi della Fotografia. All’inizio il video non era proprio il massimo (per la gioia dei PdF). Fotogrammi con il contagocce, formati bizzarri, sonoro assente o scarso, ma la cosa si è evoluta ad una velocità strabiliante (per lo scorno dei PdF). Tanto che i produttori di telecamere ora compiono l’operazione inversa e mettono sensori di macchine fotografiche dentro le telecamere. Tanto che anche noi, che puristi proprio non siamo, siamo saltati sul carro e con una reflex abbiamo girato una parodia della sigla di Dexter con le seguenti regole: zero correzione colore e zero luci di supporto. Obiettivo 50mm f.1.8. Asa 1600-3200.



Prossimamente su questo schermo si parlerà anche del senso narrativo di tutto ciò, con argomenti altrettanto profondamente bassi...

* “I drammi umani nella vita di un filmmaker” di Astor Granozzi, Puzzerstophen Editore.
** “Un po’ tutto” di Giulio Perdinci, Edizioni Cucù.
*** “Con facilità” di Chantal Easy, Edizioni BricoCenter.

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