martedì 22 aprile 2008

Più morto di Dillinger – parte seconda.


Agli amanti dei necrologi che abitino in zona Milano consiglio una serata all'UCI cinema di viale Certosa.
Questo cubo Borg sganciato in mezzo a 8 svincoli si pone già geograficamente come metafora di un corpo ormai in decomposizione: quello della sala cinematografica come l'abbiamo vissuta fino ad ora.
L'altra sera io e un mio amico amante dei riti occulti, curioso come me di capire cosa c'è oltre la vita, ci siamo recati in questo tempio per assistere a un antico rito ormai in via di estinzione: la proiezione di un film su uno schermo più grande di 42 pollici. Cosa si andava a vedere era semplicemente secondario. Lo spettacolo, un po' macabro, ma in sé affascinate veniva molto prima. Un multisala nuovo di zecca, ridotto a un solo spettacolo a sera, con una serie di locali spettrali di contorno e senza finestre (come ogni buon obitorio che si rispetti) volti a recuperare quanto perso dagli incassi negativi delle sale. 
Dicono che i biglietti staccati l'anno scorso su tutto il territorio italiano sono stati parecchi. Poi se si va a vedere i dati si scopre che l'80% di questi biglietti sono sotto Natale per l'ultima messa del cinema di massa officiata dagli incriticabili Vanzina e soci. Il resto dell'anno io vedo solo sale che, quando va molto bene, sono piene a metà. Qualcuno magari dirà che è meglio così, almeno non si devono sopportare i mangiatori di pop corn, i commenti idioti di quello che sta dietro, il solito cellulare dimenticato acceso... Insomma, non ti tocca sopportare l'umanità e le sue sgradevoli periferiche. Una concezione vagamente bertinottiana della sala cinematografica: è lei che deve guardare me e non viceversa. Probabilmente è semplicemente fuori tempo la mia nostalgia del mugghiare del pubblico all'unisono e le emozioni non sono più collettive, ma individuali. Come quel centro multimediale in cui vedi quello che vuoi tu, all'ora che vuoi tu, con le persone che vuoi tu. Dall'inclusione all'esclusione passando per un hard disk carico di film. Amen.

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