lunedì 14 maggio 2012

Hulk spacca... La carta.

In cui si racconta di vendette e di vendicatori.

Che cosa è “The avangers” se non un omaggio misto a sfida all’arte del fumetto?
Nella battaglia per la supremazia sulla narrazione per immagini il fumetto è stato padrone della libertà espressiva per più di un secolo e mezzo (ammesso che si possa datare la nascita del fumetto al 1837 con “The adventures of Mr. Obadiah Oldbuck” e ammesso che si possa definire il concetto di fumetto). Con il fumetto si poteva visualizzare qualsiasi cosa, abbattere ogni limite creativo, dipingere le cose più inverosimili. Il tutto con livello tecnologico modesto. Carta (o altro) e una matita. Un costo irrisorio, a parte il tempo-uomo, ma un uomo solo può bastare. Unico limite la propria abilità.
Il cinema ha per decenni rosicato con pallide imitazioni e goffi tentativi di emulazione. Poi l’avvicinamento e in breve il sorpasso. Ora gli uomini, i mostri, le astronavi e i robot hanno definitivamente abbattuto la gravità e vinto la fisica anche sul grande schermo e nulla è impossibile. Il cinema ha rubato i poteri al fumetto con la stregoneria dei computer. Ma finché per far volare un uomo sullo schermo serviranno decine o centinaia di uomini dietro lo schermo, gli eroi di carta possono spassarsela ancora un po’.
Ma stai attento grosso uomo verde irascibile: quando anche il l’ultimo dei filmmakers da strapazzo come me sarà in grado di realizzare il proprio film di Daitarn 3, l’unica cosa che potrai spaccare sarà la tua prigione di carta.

Ed ora il film di spiderman del primo dei filmmakers da strapazzo.

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