mercoledì 2 novembre 2011

Indietro nel futuro.
Quell'aria aria fresca di frigorifero vecchio.


Gli umani sono semplici. Gli butti lì una serie di coincidenze e subito pensano a un disegno. Chi scrive, essendo abbastanza umano, ci è cascato. Da qualche tempo mi sembra da più parti di respirare una ventata di nuova nostalgia degli anni ’50. Anni ’50 immaginari o immaginati perché in effetti non ho mai vissuto gli anni ’50 se non attraverso cinema, tv e immagini tratte da riviste.

Sicuramente quegli anni, a differenza di altre epoche, hanno una loro spiccata personalità e un notevole fascino grafico/culturale. Da quanto ho capito era un’epoca tesa tra l’ottimismo di una crescita economica infinita e lo spettro di un disastro nucleare.
Quell’eccitante sensazione di stare in equilibrio su un filo teso tra due grattacieli.
Sembra che i mass media ci stiano preparando alla prossima restaurazione.
Per esempio. Una delle ultime pubblicità della findus è chiaramente ambientata nei fifties e avvisa le donne che se vogliono farsi portare  fuori a cena non devono preparare ai loro mariti “i cappellacci” (curiosamente un tratto distintivo degli anni ’50 erano proprio i cappelli, ma qui siamo nel complottismo puro).

Quindi la donna è totalmente dentro lo stereotipo di quegli anni. Resta a casa a cucinare per la famiglia e, magari, una volta alla settimana, sogna che il marito la porti fuori a cena (ma solo se lei compie un piccolo atto di insubordinazione, ossia non cucinare). Il tutto è chiaramente molto ironico e divertente, ma in un periodo di bassa occupazione il sottotesto - forse è meglio che le donne tornino a starsene a casa - non è detto che qualcuno non lo prenda come un’ipotesi concreta. Attendiamo che Sacconi ci illumini in tal senso.
 Revolutionary Road è di soli 3 anni fa, mentre macina successi la splendida serie Mad Men entrambi ambientati nei nevrottimistici ’50, dove ancora si pensava che fumare e bere non facesse male che era opportuno soprattutto mantenere le apparenze che la famiglia era quella fatta da uomo-donna-figli-amanti-puttane, dove non si divorziava e lo status era rappresentato da un’auto e svariati elettrodomestici.

A pensarci bene non è che sia cambiato poi molto. Solo che invece di indebitarci per il frigorifero ci indebitiamo per oggetti simili a frigoriferi in miniatura che ci promettono di custodire ogni piacere, lusso e status (la classe sociale ipad0,1,2,3). Ma anche i frigoriferi e il loro successori contengono una piccola grande schiavitù. La grande è quella di chi lavora per farli (milioni di operai del quarto mondo), la piccola di chi lavora per comprarli.
Il tutto con una sempre maggiore distanza tra progresso tecnologico e progresso sociale e culturale. 
E a tal proposito, di nuovo, una serie tv sembra raccontare questo processo di scollamento culturale con il vecchio trucco di costruire una finzione fantascientifica. Su Rai4 stanno trasmettendo, purtroppo solo in italiano, Caprica, prequel di Battlestar Galactica (lunghissima serie apprezzata in Inghilterra e da noi quasi sconosciuta). Attenzione spoiler. Non sono mai riuscito a farmi piacere l’universo di Battlestar Galactica, un po’ per il ritmo mortale delle sue puntate e un po’ perché la vita è troppo breve per vedere tutto.
Purtroppo, Caprica è riuscita, al momento, ad incastrarmi. La storia. In un futuro indeterminato 12 pianeti formano un impero pseudodemocratico e pseudopluralista di tipo tardo greco/romano, ma percorso da forti tensioni: razziali, religiose, politica, insomma le solite cose che conosciamo bene.
I pianeti si basano su una religione di stato politeista contrastata da una nascente religione monoteista con frange violente. Orpo! Gli stati ricordano molto l’attuale Europa (un po’ meno gli Stati Uniti) e il conflitto religioso ricorda molto il dibattito relativismo-assolutismo che ci ammorba da anni e che giusto in epoca romana cominciò a manifestarsi. Da tempo ho l’impressione che si stia tornando a una sorta di politeismo, ma questo sarà oggetto di altro noiosissimo post dal titolo “secondo me Zeus non c’entra”.
La cosa succulenta di Caprica è che la catastrofe è evidentemente solo questione di giorni. L’avanzata tecnologia militare che ciascuna fazione porta avanti per contrastare l’altra porterà alla nascita di una nuova razza (dei droidi coscienti) che cercherà di annientare l’intera umanità.


E’ la rivolta dell’ultima generazione di frigoriferi o una declinazione della bomba H. Frigoriferi che parlano, pensano e se gli stai sulle palle ti eliminano. E il gusto è molto molto retrò. Tutta l’ambientazione di Caprica è esattamente anni ’50. La stessa sensazione di precarietà e di esplosione imminente. I cappelli, le auto tondeggianti, le sigarette, l’alcol, le invasioni barbariche, la bomba. Ancora una volta le serie tv sono una specie di autoanalisi sulle nostre ansie, paure e desideri. Ci sono poi videogiochi (fallout) che richiamano quegli anni e probabilmente molte altre cose che ora mi sfuggono.
Quell’aria fresca di frigorifero vecchio avanza non solo nella fiction fiction, ma anche nella fiction vera. L’altro giorno mi ha molto colpito il frigorifero anni ’50 posto come scenografia di un altro spettacolo affascinante quanto inquietante: la discesa in campo di Renzi. Un simbolo credo non scelto a caso visto che il vuotopensiero di Renzi dice di rifarsi a Bob Kennedy, uno che non è arrivato a godersi nemmeno il ’68. Non c’è da noi rappresentante migliore della distanza siderale che esiste oggi tra la complessità tecnologica e la superficialità culturale di chi la tecnologia usa o subisce. Renzi è un dinosauro che sa usare bene la tv e l’ipad. Una pirlata anche detta bene è sempre una pirlata, ma molti la prenderanno per buona, perché i dinosauri, alla fine piacciono un po’ a tutti.
Fossi in voi comincerei a cercare il borsalino dello zio e il trench stile Bogart.

Meglio arrivare preparati quando torneremo indietro nel futuro.

2 commenti:

  1. complimenti, uno scritto così mi sarebbe piaciuto leggerlo su di un quotidiano nazionale. ma se non sei lì è per colpa dell'editto bulgaro.
    dovresti inventarti "sevizio pubblico - blog version" e farti dare 10 euro da qualche migliaio di persone. cos' ti cambi il frigo, dev'essere vecchio visto che hai gli incubi. spero di vederti presto. come state ? ci vediamo una sera? un abbraccio

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  2. Allora per i 10 euri il mio conto è: 123456789.
    Si accettano anche di più ;)
    Vediamoci presto. Chiunque tu sia :)

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