mercoledì 6 luglio 2011


In periodi di grandi transizioni tecnologiche e culturali emergono immancabilmente innumerevoli fraintendimenti e un profondo senso di disperazione.
 Marshall Mcluhan.



Ovvero: perché uno stupido missile non è mai solo uno stupido missile.

Mi piaceva iniziare questo articolo con un record per il titolo più lungo mai apparso su questo blog. Ora che anche questo obiettivo è raggiunto, la mia vita può dedicarsi alla spiegazione del perché ho messo il titolo stesso. Andando avanti di questo passo potrei non entrare mai nel succo del discorso e continuare a parlare della forma di questo articolo praticamente all’infinito. Battendo un altro record personale per il quale nessuno mi renderà merito se non forse quei tre lettori di questo solipsistico blog.

Un uomo entra in un caffè. Splash.

Di fronte all’innovazione tecnologica si possono avere diversi approcci, dal più entusiasta al più refrattario, ma in ogni caso è difficile se non impossibile restarne indifferenti. Se il ‘900 era considerato il secolo breve, il 21esimo secolo appare quasi un razzo, un flash, un secolo fulmineo (o fulminato). In undici anni scarsi da quando è partito è successo di tutto e di più. E tutto è registrato, conservato, rimontato, decostruito secondo per secondo da tecnologie sempre più onnipresenti.
Siamo al punto che se stanotte prendessi la decisione di andare di nascosto a pisciare sui gerani del vicino che mi sta sfondando il soffitto, tempo un’ora e sarei già su youtube con tanto di commenti di approvazione e disapprovazione, le mie impronte sarebbero nell’archivio dell’fbi e le mie urine analizzate con tanto di tasso glicemico.



Tutto cambia a una velocità che sembra incontrollabile e non ci si può affezionare a nulla. Essere confusi direi che è il minimo sindacale.
Tipo. Avevo appena preso una buona confidenza con un sistema di montaggio quando settimana scorsa la solita Apple (mela tentatrice della peggior specie, tra i cui azionisti sicuramente c’è Satana in persona) decide di rivoluzionare tutto lasciando schiere di montatori basiti. Non si può dire che non abbiano mantenuto le promesse fatte dallo zio Steve-Belzebù-Jobs: “il programma vi farà cadere la mascella”.
Alcuni non sono più riusciti a risollevarla la mascella e vagano come zombie sdentati senza più dimora nel presente ormai già divenuto passato remoto. Anche io sono rimasto piuttosto shoccato pur non essendo un montatore tout court, ma prima di capire l’oggetto mi sono fermato a cercare di capire il perché dell’oggetto stesso.




Ora io credo che per non farsi venire l’angoscia del nuovo e cercare di “dominare il maelstrom* della modernizzazione invece che farsene risucchiare”** sia in primo luogo utile cercare di comprendere la filosofia che sta dietro ad ogni più o meno presunta novità tecnologica.

Perché normalmente ogni innovazione parte da un’idea di trasformazione partita dal singolo, ma ancor di più dallo spirito del tempo che si respira nell’aria.
Capire quell’idea risolve i dilemmi più di un manuale di istruzioni di mille pagine. Oppure apre dilemmi ancora più grandi. In ogni caso cercare di capirne il disegno aiuta.
Prendiamo le V1 e le V2 ossia i missili inventati dai nazisti per bombardare gli inglesi. Che filosofia c’era dietro? Beh tante e soprattutto poco condivisibili. In generale l’idea, tipicamente nazi, era quello di apparire come il braccio violento di dio. I missili piovevano dal cielo come saette scagliate da Zeus in persona. Abbandonando in parte quell’idea violenta si continuò tuttavia la sfida alle alte sfere divine usando gli stupidi missili per la conquista dello stupido spazio.
Da questo punto di vista tutta la storia della scienza ha l’aria di una sfida aperta al Grande Scacchista celeste e per questo la Chiesa ha cercato di porre diversi ostacoli su questa strada rappresentando più di altri la conservazione e l’opposizione alla scienza. 
Del resto la contrapposizione si vede ancora oggi nelle più piccole pieghe dello scontro costante tra modernità e tradizione, dove in ciascuno dei due campi troviamo elementi di distorsione e di integralismo a spese della buona vecchia ragione. C’è chi si rifiuta di vaccinarsi, chi è contro il controllo delle nascite, chi non vuole i treni ad alta velocità, chi predica il ritorno alla natura, chi sogna di asfaltare tutto il globo, chi vuole i cyborg al potere.
I campi non sono neanche più ben delimitati con persone che presentano caratteri dell’uno e dell’altro con buona pace di Voltaire.
Sono piccoli e grandi scontri filosofici, dibattiti anche violenti sulla visione del mondo. (Prendiamo i no tav e i pro tav. Vedevo i cosiddetti black block bardati come antichi cavalieri templari a difendere, anche con la spada, la terra santa assediata dai mussulmani-tecnologici).
 Ok mi sono ufficialmente perso innamorandomi del suono delle mie parole ormai senza più senso.


Un uomo rientra in un caffé. Risplash.

Tutto questo per dire che, alla fine, sto cominciando a capire l’idea che sta dietro questo pezzo di software per il montaggio caduto dall’albero delle mele slogandoci le mascelle. Le idee sono tante e in parte sono anche condivisibili. Su tutto c’è il pensiero che i computer debbano occuparsi del lavoro sporco mentre agli uomini è lasciata la sola facoltà creatrice. Almeno ancora per un po’. Non mi stupirei se tra qualche anno decidessero anche quale sia il montaggio migliore.
Non entro nello specifico perché questo non è mai stato un blog tecnico e ce ne sono in giro di ottimi, ma posso dire che Final Cut Pro X (incognita o numero romano?) è un misto di glamour e vintage con alcuni tocchi di simpatica follia futurista, ma alla fine ti permette di fare esattamente quello che facevi prima ossia montare un film. Però sentendoti decisamente moderno e à la page.
E’ con questa sensazione di eleganza suprema quindi che mi appresto al montaggio feroce del nostro ultimo corto, finalmente girato per intero e che si chiama: La misteriosa scomparsa di Antonio M.
A breve qualche teaser o trailer o teaser/trailer.



*è un fenomeno simile a un gorgo, causato dalla marea lungo la costa atlantica della Norvegia, nei pressi delle isole Lofoten (wikipedia).


** Marshall McLuhan, di Douglas Coupland, edizioni isbn.
 

Nessun commento:

Posta un commento