lunedì 6 settembre 2010


Goodbye Lenin.


Nel bagno di un antiquario di Vilnius ho trovato l’utopia.
Per essere un’idea di futuro aveva un’aria estremamente antiquata.
Libretti, faccione, icone.
Sottratti alle altezze vertiginose, alle uniformi, ai telegiornali.
Rapita dalla storia e non ancora rilasciata ha lasciato un vuoto colmabile.
Molti, infatti, lo hanno colmato. E si sono iscritti a una setta che crede a tutto.
Altri, come me, non potevano permetterselo e, nel dubbio, si sono comprati una moto.
Veloci e liberi dai pesanti fardelli dell’ideologia ci siamo scordati il futuro all’autogrill.
Viaggiamo con il presente che ci scompiglia i capelli.
Un asfissiante presente molto pieno di niente.





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