venerdì 8 gennaio 2010

Fa’ come se è tuo.

Il solito vizio dei comunisti di papparsi i bambini.

Andò più o meno così. Quattro anni fa, in occasione di ben più eccitanti elezioni amministrative, fummo colpiti da uno spot per la campagna del futuro sindaco di Bari, Emiliano (lo stesso che oggi si accapiglia con Vendola per perdere anche quella regione). Lo spot era molto divertente (metti a Cassano) e realizzato da una casa di produzione molto più navigata di noi, ma con un taglio a noi vicino. Per questo motivo prendemmo la cosa quasi come una sfida e decidemmo di misurarci con la comunicazione politica. Il nostro compito era però molto più arduo: a) zero soldi b) zero possibilità di vittoria c) quindi zero partecipazione da parte degli interessati (vedi alla voce centrosinistra).

Buttammo giù uno script molto semplice, raccogliemmo quattro automobili da amici e le piazzammo una Domenica mattina davanti a un vero concessionario chiuso. Allestimmo un set volutamente cialtronesco, prendemmo i nostri due attori feticcio (Federico e Luigi, da quel giorno soprannominato Cucù) e girammo alla garibaldina il seguente spot.





Ok, forse quello di Emiliano era più riuscito, ma ancora oggi il nostro è ricordato come l’unico guizzo di una delle campagne elettorali più tristi che la Lombardia ricordi e raccolse insieme ad un altro, vari riconoscimenti per la comunicazione politica.
Inutile dire che il comitato elettorale di Sarfatti non si fece vivo neanche per farci un pat pat sulla testa di compassione, neanche un “ciao ciao con la manina”.




4 anni dopo.

Battono alla mia porta e subito capisco che non è un giorno qualunque. Neanche il tempo di aprire che quattro persone vestite di arancione entrano e stendono un tappeto rosso. I quattro hanno coccarde colorate appiccicate un po’ ovunque. Uno di questi estrae una radiolina e l’accende. Parte l’inno sovietico e in quel momento entra un signore con occhialini rotondi e la barba incolta, naturalmente rossa.
Per tutti i soli dell’avvenire! E’ il compagno Pirlatov in persona! Il Responsabile Generale della Propaganda del Partito. L’uomo che vanta quindici sconfitte elettorali consecutive. Un mito. Subito mi genufletto.
- Compagno Villamira si rialzi...
- Compagno Pirlatov quale onore...
- Il Comitato Centrale ha deciso di utilizzare il suo spot per la prossima Campagna del Glorioso Compagno Penatosky, deformandone il messaggio naturalmente.
- Non so cosa dire...
- Non dica niente. In cambio ecco una bella coccarda con l’effigie di Penatosky.
- Speravo in un assegno con sette zeri, ma anche l’Ennesimo Peeerdente andrà bene lo stesso...

Mi risveglio tutto sudato. Un sogno, fortunatamente era solo un sogno.
Qualche mezz'ora dopo sono alla fermata della MM di Cadorna e di fronte a me si para questo cartello.







Il compagno Pirlatov aveva detto giusto allora! Lo hanno fatto davvero. Hanno preso il nostro spot e lo hanno rovesciato come una palla con la neve, incasinandone il significato! Il cambio adesso c’è, ma non è più la metafora della cialtroneria di chi ti vuol vendere fumo spacciandolo per arrosto. E’ proprio un cambio fine a se stesso. Con 6 marce... Di cui la più prossima è la retromarcia! Pirlatov sei un genio! Metto l’inno sovietico e mi commuovo come corpo commosso si commuove...


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