domenica 17 maggio 2009

Replicanti 1.

Il problema del nutrirsi di esseri senzienti.


Scena 1. Interno, giorno.

Un etto di speck grazie.
Pronti.
E' buono? (Domanda trabocchetto).
E' favoloso (Risposta trabocchetto). E' un etto e cinquanta... Che faccio? Lascio?

Ovviamente, lasci. Che gli dici sennò? Prenda la colla e lo riattacchi al resto? E poi cambi per sempre salumiere che altrimenti il prossimo giro ti dà quello che non gli hai fatto lasciare la settimana prima.



Stacco. Scena 2. Interno, notte.
Col mio panino da un etto e mezzo di speck e brie mi posiziono di fronte a uno dei miei film preferiti nell'ennesima edizione più-figa-di-quella-prima. La vita si riduce ad un'attesa tra un'edizione figa e la prossima più figa.

-Tyrell: “cominciamo a riconoscere in loro strane ossessioni...”.

Il mio panino si fa più pesante e non tanto per quei 50 grammi lasciati in più.

-Tyrell:”se noi li gratifichiamo di un passato noi creiamo un cuscino, un supporto per le loro emozioni e così li controlliamo meglio...”.

Non so perché ma quando Rachael dice “signor Deckard, ha mai ritirato un essere umano per errore?” mi sale una curiosa voglia di carote.

In pratica si potrebbe vederla così: ciò che fa di noi degli umani e ci conferisce l'anima non è altro che il raggiungimento di un certo grado di complessità. Se noi riuscissimo a riprodurre (meglio: replicare) una macchina complessa quanto un umano che cosa la distinguerebbe da noi? Nulla.

Esiste un film più ateo di Blade Runner? Gli umani possono fare a meno della scintilla divina e ciò è dimostrato dal fatto che, pur nella loro imperfezione, sono in grado di replicarsi perfettamente anche senza il famoso incontro genetico che, specie in primavera, fa montare in tutti noi la gazzurra.
C'è di più: ogni essere che supera un certo grado di complessità (di vene, di neuroni, di circuiti) diviene senziente, guadagna un'anima nel senso latino (e ateo) del termine, ossia vento, spirito vitale. Qualcosa che non è affatto staccato dal corpo come le fette del mio speck e che muore insieme a lui.

La forma che contiene l'anima è piuttosto secondaria. Un film meno ateo come 2001 odissea nello spazio la infila dentro Hal 9000, uno scatolo elettronico con un monocolo rosso che spunta da un citofono. Un citofono sì, ma umano. Tanto che come un umano sbaglia e come un umano cerca di sopravvivere fino ad eliminare l'equipaggio dell'astronave. In quella sequenza da orgasmo in cui l'astronauta David spegne il cervello di Hal io ho sempre visto l'uccisione di un essere senziente, volgarmente detto assassinio.

Non credo che siamo lontani da quegli scenari. Magari ci vorranno ancora molti anni, ma la possibilità di replicare macchine senzienti la vedo molto concreta. Ciò aprirà problemi etici piuttosto complessi e forse drammatici, anche se io tifo sempre per il “primo contatto” con i vulcaniani e soprattutto le vulcaniane, cosa che ci porterà a un gradino più alto di saggezza.

Improvvisamente mi prende uno strano bisogno di rape. A me. Che hanno fatto sempre schifo, le rape.



Scena 3. Interno giorno.

Nella sala d'aspetto del veterinario ci sono 3 umani con rispettivamente 3 animali. Una donna di grossa taglia ha un cane di minima taglia. Un signore anziano ha un giovane cane e poi c'è un tizio ancora considerato giovane con un gatto considerato non più giovane che poi sarei io. Basta il guaito di un paziente già sotto visita per capire che tutti e sei i presenti sono esseri senzienti. Il cane piccolo si abbraccia alla grossa donna, il cane giovane trema insieme al vecchio signore...
Siamo già circondati da millenni da replicanti. Si chiamano animali che guarda caso contengono nel nome il concetto di anima nel senso prima citato, ossia macchine molto complesse e pertanto senzienti. Fermandoci ai mammiferi credo che nessuno possa negare il fatto che provino dolore, paura, affetto in modi molto simili a noi. Più sono complessi e più sono simili, dando ragione a quel miscredente di Darwin che ci ha fatto discendere non da dio ma da un  albero.
Intanto, l'ottimo panino è lì che mi guarda come a dire: come la mettiamo? Tutto questo bel ragionamento non ti ha impedito di addentarmi.
Non lo so. C'è una domanda di riserva?
Potremmo risolverla come in “Ristorante al termine dell'universo” in cui i maiali desiderano essere mangiati. O meglio ancora far crescere gli speck come tralci d'uva. E' una cosa che si può fare e qualcuno lo sta già facendo. E' un po' l'opposto di Blade Runner. Invece di impegnarci a creare esseri complessi potremmo semplificare esseri già complessi. Avere la coscia del maiale senza il cervello del maiale. Lo stinco senza il santo. Salvare finalmente capra e cavoli (anche se dei cavoli farei volentieri a meno).
Potremmo tutti diventare vegetariani carnivori e vivere in armonia, liberi dai sensi di colpa.
- Bella. Sì bella prospettiva, ma intanto?
- Intanto, scusa, scusami tanto, sono una merda, ma ti finisco.


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