
Puntata 1: La paura fa 99 pounds.
E' evidente: il sentimento della paura crea profitti fantasmagorici. In termini politici direi che siamo nel paese più esemplare di questo fatto. La promessa di una guardia del corpo per ogni cittadino è il prossimo passo. Se posso scegliere vorrei come militare personale Solid Snake, quello che ha la tuta cangiante e ti spezza il collo silenzioso come un serpente.
L'industria della paura tira da dio. Volendo estremizzare anche un ipod o un telefono è un prodotto tipicamente da secolo del panico. Una sorta di isolamento dal resto del mondo con in più una rassicurazione sensoriale (la musica, il tatto, le foto) sul fatto che non siamo soli. Isolati, ma non soli. Il top. Una sorta di micro panic room iperaccessoriata. Siamo soliti dare del matto a chi sente le voci, ma presto sarà vero l'opposto e i matti saranno quelli che non le sentono.
Potrei divagare per ore sull'argomento, ma c'è un tipo di paura che è tipica degli autori di sceneggiature o film: la paura che qualcuno si arricchisca sul tuo sudato “capolavoro”. Difficile accettare che la legislazione attribuisce la paternità di un'opera in modo automatico e senza particolari necessità di un riconoscimento. E' così in Italia come nel resto del mondo, ma l'autore va in sbattimento lo stesso. Certo c'è il problema della prova. A differenza di un figlio una sceneggiatura non condivide il tuo codice genetico e un abile mariuolo potrebbe sbianchettare il tuo nome e mettere il suo sul capolavoro di cui sopra. A questo fine la Siae come altri strutture forniscono un servizio di deposito per le opere inedite che dovrebbe risolvere la questione. In realtà è solo un ansiolitico, nel senso che dimostra solo che l'hai depositato in una certa data, ma io potrei depositare anche lo scritto di un altro. Insomma, è un altro tipico prodotto del panic century: una cosa che costa un casino, non serve a un cazzo, ma la sera vai a letto presto con il tuo orsacchiotto e il pollice in bocca. In metafora politica è come votare Berlusconi: costa un casino, serve solo a se stesso e la sera vai a letto con un rottweiler con il tuo pollice in bocca.
Naturalmente l'ansiolitico l'ho preso anche io (e non si faccia gli snob) e quindi il primo lungometraggio ho deciso di depositarlo alla Writers' copyright association, visto che lo script era in inglese e loro garantiscono un deposito valido per tutto il mondo per 10 anni per 99 sterline pari, al cambio attuale, a circa 130 euro. Farmaco costoso e non deducibile dalle tasse. Con in più la simpatica illusione, come servizio gratuito accessorio, che il tuo script sia accessibile da “centinaia di produttori” attraverso il loro catalogo online. Me li vedo De Laurentis, Procacci & co. che sfogliano centinaia di file per trovare il nuovo blockbuster.
Per fortuna al mondo è venuto un certo Amadeus che ha musicato l'unico catalogo che valga la pena di essere tenuto.
panic ROM con tutti i comfort.
RispondiEliminagià rondata.
con vista su commissariato sottostante.
vendo per una sciocchezza.
capisco il problema.
RispondiEliminaEssere sbianchettati non è mai bello...
fidati