lunedì 21 gennaio 2008

E ALLORA MAMBO!

Nulla. Silenzio. Nulla più silenzio. Non si vede e non si sente. E' la nebbia. Qualcosa di troppo chiaro per capirci qualcosa. Come diceva il poeta è come stare dentro un bicchiere di acqua e anice. O come sguazzare nel latte di mandorla.
Nulla e silenzio. Nessuno per la strada. Poi in lontananza uno scricchiolio debole. Un rametto spezzato. Poi un gorgoglio che diventa un tuono sommesso e un flebile rumore di catene che si avvicina. Il tuono diventa rombo e le catene cingoli e così dalle nuvole basse si intravede la sagoma sputacchiante di un carro armato che avanza. Nel nulla e nel silenzio. In mezzo alla strada come se fosse sua. E' sua. E' solo il primo di una lunga fila. Ora è abbastanza vicino da non essere più opaco. E' grande e massiccio... Sulla torretta svetta un uomo tutto vestito di bianco che quasi si perde nello sfondo. Ha un cappello bianco e dorato in testa a forma di cozza e ha un bastone in mano... Sembra Gandalf il mago, ma è senza barba. Ora è così vicino che lo sento parlare alla radio. Ha due altoparlanti il tank montati sul davanti. L'uomo inizia con accento teutonico a parlare: “amizi e fratelli zono venuto a riportare pace et concordia in uno spirito zi toleranza...”.




Mi sveglio. Non è ancora tutto vero. E' di più. Allora, mentre tutto è sempre più inclinato, telefono a due amici e vado a ballare il mambo, mentre tutto corre verso un radioso medioevo.

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