lunedì 2 luglio 2007

Hostel 2: ricordati che sei marcio dentro.

Non mi pare di essere un serial killer e neanche un violento. Cioè quando ero piccolo ho schiacciato parecchie formiche, ma poi mi sono pentito. Zanzare? Sì quelle le faccio fuori ancora oggi volentieri, ma per legittima difesa. Se invece di aspirare il mio sangue cinguettassero melodie primaverili sarei il più strenuo difensore delle zanzare. E se ci fosse una petizione per salvare la libellula profumata dell'Orinoco io la firmerei. Sono democratico, contro la caccia, per i diritti civili...

Quindi sono più buono di lupo de lupis? Niente affatto. Sono della stirpe stronza dell'umanità anche io. Sono un potenziale bastardo come tutti. Messo in determinate condizioni magari anche peggio di altri. Come faccio a saperlo? Me lo ha ricordato Eli Roth nel suo secondo capitolo di hostel.

Il primo me lo ero perso, ma credo che il messaggio fosse più o meno lo stesso. “Siamo perversi” si chiede un personaggio a un certo punto. Domanda inutile. Sei in un film perverso dove le vittime possono al più ambire al grado di carnefici e attivare il loro marcio-mode come accade da sempre e sempre accadrà al più evoluto degli animali terrestri. La cosa più orribile è che ti riconosci, ti schifi, ma alla fine ti è piaciuto. 

Adesso vado. Il dentista mi aspetta. Lo pago per farmi male. E, ne sono sicuro, quando soffro lui è contento più di quando lo pago.

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