giovedì 22 giugno 2006

Di amore si muore.

La morte che nelle sue molteplici manifestazioni si comporta in modo sempre uguale e irreversibile mi è passata davanti oggi sotto un cielo implacabile di un cimitero di periferia. Ha portato con sé una persona buona, forse troppo buona e troppo onesta per diventare famosa o ricca. Una persona che ha amato tanto, il cui unico piacere sembrava fosse il dovere verso chi amava. Mentre veniva calata la bara ho pensato che non è mica vero che si è tutti uguali di fronte alla morte. La morte scatta l’ultima fotografia di quello che siamo stati fino al secondo prima di smettere di essere. Un immenso e vuoto riassunto di ciò che abbiamo fatto, detto, pensato, provato… Non si tratta di giudizio divino (che lascio a chi ci crede), ma di memoria umana.
La mia memoria di P. è una bella foto dalle tinte chiare e pulite.

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