Come in un incontro onirico, avvolto da un’aura o forse solo da un cilicio alla Ben Kenobi, mi sono trovato di fronte, per la seconda volta nella vita, a Silvano Ettore Agosti. Sono passati alcuni giorni, ma posso dire che è ancora qui e come un maestro di spada mi insegna a camminare senza aprire gli occhi.
Tre anni fa, un tempo quasi infinito, lo incrociai a casa del mio primo (o secondo o ultimo) mentore, Franco Piavoli. Per i pochi adepti che seguono queste pagine fin dalle origini questo nome nella nostra breve storia è stato come il big bang per l’universo, l’incontro che rimase impresso nel primo nostro cortometraggio “Un dì felice” che diede il via al tutto. Il primo che mi disse di usare un oggetto filmante per raccontare lo stupore del mondo. Quelle poche parole che servono a noi apprendisti per passare dall’impotenza alla creatività.
usualmente la letteratura utopica non li descrive, i mondi possibili: sua funzione primeva e' solo quella di dischiuderli.
RispondiEliminaGuardatevi dalle ciglia: fanno ombra allo sguardo, se troppo sbattute.
Resomi vieppiu' infrequentabile, saluto urbanamente
MacchiaNera
e bravo macchianera.
RispondiEliminam'hai tolto le parole di bocca (o tasti da tastiera).
caro/a macchianera: cos'e', un bacio perugina avanzato?
RispondiEliminavedi un po' che pure loro c'hanno la data di scadenza...