COME ACQUA TRA LE DITA, il timecode scorre annotando solo una parte del tutto. Una piccola parte inafferrabile sgocciola attraverso un occhio nero, una lente convessa, nell'illusione di fissarsi per sempre scomposta e ricomposta in sequenze di bit. Non siamo neanche vicini alla bidimensionalità schiacciata dall'imperfetta macchina da presa. Siamo lontani persino da una sola dimensione. C'è la sensazione di vita, ma il movimento è ininfluente alle mie parole e dirigere è stato un governo transitorio. Ora si agita, ma non respira, parla, ma non risponde, guarda, ma non mi vede. Tutto è successo davvero, ma il cinema resta un grande mentitore.
Ripreso in Pellestrina 9-11-2005. Fotografia: Max Mennuni.
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