martedì 14 settembre 2004

A message to you Rudy.
Una sconnessa e rarefatta cronaca dalla rassegna dei film di Venezia.


Non ce l'ho fatto, lo ammetto. Il film tedesco pardo d'argento a Locarno non mi ha visto all'alba delle 10,30 tra i suoi spettatori. Del resto iniziare la maratona Locarno-Venezia con una sinossi del tipo "ragazza di 16 anni affetta da iperacusia... bla bla... sola e disperata... bla bla... poi incontra un'amica curda... etc. etc... si innamora di un tizio.... tutto sembra andare bene, ma la tragedia è in agguato...". E' stata soprattutto la tragedia in agguato a farmi desistere. In verità l'ho evitata solo di poche ore. "Blak Friday" film indiano erroneamente ritenuto dal programma di - soli - 110 minuti si è trasformato in 161 interminabili minuti di tragedie sul conflitto tra minoranza musulmana e maggioranza indù. Ben fatto, per carità, intenso... ma un pensiero d'amore verso i registi che si dedicano ai cortometraggi mi è sorto spontaneo.
Ci sono giornate grigie in cui il cinema lenisce ogni stupido pensiero e qualunque fastidio dell'animo. Pertanto ho pensato di iniettarmi altri 99 primi di un film semisvizzero chiamato "Promised land". Nonostante il titolo, il film incredibilmente non trattava di Israele e terre connesse (infatti metà dei film di Locarno avevano a tema l'antico conflitto ... Con un pizzico di cinismo mi vien da dire: che incredibile noia).
Non che qui il tema fosse originalissimo: l'ennesimo sogno americano spezzato nelle vesti di un attore fallito che vive del ricordo della sua nomination all'oscar quando era ancora un ragazzino. Tuttavia, rapidamente si trasforma in un road movie tutt'altro che spiacevole. La storia prende pieghe sempre più improbabili, ma un filo di tenera afflizione avvolge i personaggi e in fondo il labile messaggio consolatorio per cui l'amore potrebbe farcela spuntare meglio è capitato a fagiolo nel pomeriggio inverso di cui sopra. Scinderci dalla deludente realtà è quanto di meglio possiamo chiedere ad un film.
Domani si prevedono scissioni fimate Reitz, Wenders e Amenabar.
Vostro
Alexthecat







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