giovedì 5 gennaio 2012

UNA FOTOGRAFIA DA FINE DEL MONDO.

Un anno vissuto fotograficamente.

Peggio di “però la fotografia non era male” c’è solo “anche la fotografia faceva schifo”.
Questo blog non si è mai molto appassionato al problema tecnico del cinema ritenendo che la storia venisse sempre prima di tutto. E’ però vero che le storie di cui parliamo sono fatte di fotogrammi e che la parte foto ha quindi un peso notevole nel giudizio complessivo di un’opera. Così non si può che essere entusiasti nel vedere come l’evoluzione tecnologica stia democratizzando una fotografia sempre migliore.

Il buon Orson, nel senso di Wells, negli anni in cui girava Citizen Kane, era angustiato dall’avere una messa a fuoco perfetta su tutta l’immagine. Il buon vecchio Stanley, ai tempi di Barry Lyndon, cercò con super obiettivi di girare tutto in luce naturale.
Il primo sarebbe forse angosciato dalla ricerca spasmodica della bassa profondità di campo che oggi va per la maggiore, mentre il secondo sarebbe estasiato dalla capacità delle telecamere di oggi di vedere nell’ombra.
Il 2011, non proprio il campione degli anni allegri, è stato un grande anno per il mondo della fotografia cinematografica (e non). Le cose in realtà sono cominciate a cambiare già dal 2009 con l’utilizzo in campo video della Canon 5DMKII. Questa macchina e le sue sorelle minori hanno effettivamente cambiato il terreno di gioco in modo radicale. In primo luogo hanno abbattuto il muro che divideva le produzioni ad alto costo dai filmmaker indipendenti. Il rapporto prezzo prestazioni ha fatto sì che molte serie e film anche hollywoodiani abbiamo sempre più parti girate con questi mezzi. Per non parlare di moltissimi film di animazione girati interamente con la 5D (es: Coraline). Non è quindi più detto che una telecamera da 50-100 mila euro abbia prestazioni lunari rispetto a una macchina da 3000. Certo le differenze ci sono, ma molto meno marcate. Il 2011 ha così visto affermarsi l’idea che si potessero fare telecamere con lenti intercambiabili a prezzi accessibili. Ha iniziato così la Panasonic con la AF100, seguita da Sony con la FS100/F3 e di nuovo dalla Canon C300. Quest’ultima, anche se non una rivoluzione in assoluto, ha trasportato nel mondo video un altro elemento di successo delle reflex digitali: le dimensioni ridotte. Perché potersi infilare con la telecamera praticamente ovunque è un fattore decisivo. E’ stato anche un anno di addii forse definitivi. Il primo addio è stato ai supporti a nastro, parlo di quelli digitali. Ormai tutto viene registrato su materiali “solidi”. Solidi forse più di nome che di fatto perché se molto pratici il problema di questi media è la loro inaffidabilità nel tempo (formati che cambiano rapidamente, dati che si perdono, supporti che perdono la loro capacità mnemonica)... Così come un altro addio sembra ormai sancito per la buona vecchia pellicola. Il suo funerale è stato più volte rimandato, ma nel 2011, con l’affermarsi di nuove telecamere di alto profilo (es: Alexa, F65 etc.) sembra che non ci siano proprio più motivi (se non magari l’archiviazione) per continuare a usare la pellicola, una tecnologia avanzatissima se pensiamo quanto è durata.
Tornato nel mondo di noi filmmaker da strapazzo il 2012 potrebbe darci qualche altra soddisfazione. Mi lancio in qualche previsione da oscuroveggente tanto per fare un po’ di concorrenza agli oroscopi.
Mi limiterò alla fascia entro i 6 mila euros (ammesso che questa valuta non venga soppiantata dal calderolo), ossia quella fascia superata la quale secondo me vale la pena noleggiare e non acquistare un mezzo di ripresa. A meno che non abbiate grattato e vinto un bel po’ possiamo lasciare la risoluzione 4K alla Red Scarlet, mentre credo che nel 2012 non arriveranno telecamere economiche capaci di un vero 4K.
Penso però che ci sarà un notevole aggiornamento del parco reflex con la risoluzione dei problemi che queste macchine presentavano. Dovremmo quindi cominciare a salutare con la nuova 5D e parenti i problemi di aliasing e moire che affliggevano la prima generazione. Il vero quiz del 2012 secondo me non riguarderà tanto i sensori, che già oggi sono più che ottimi, ma se arriveranno dei nuovi codec capaci di sfruttarli meglio. I codec sono quei software che comprimono le riprese che escono da una telecamera per renderle gestibili a livello di peso e montaggio. Teoricamente il top sarebbe avere un’immagine grezza (Raw), ma questo comporta un peso esagerato in termini di file immagine e potenze di computer(la Red Scarlet per registrare 20 minuti in formato raw vuole un disco di 128 giga! Solo per scaricarlo su PC ci vuole una vita).
I codec di oggi mostrano un po’ tutti la corda e rovinano non poco l’eccellente lavoro svolto dalle telecamere. In questo senso Panasonic ha il miglior codec in circolazione (AVC intra 50-100), ma fino a poco tempo fa lo riservava solo per le telecamere top. E’ possibile quindi che esca l’erede della AF100 con questo codec o con l’AVC ultra che garantirebbe una cattura a 10bit di core con campionamento 4:2:2, mantenendo i file relativamente piccoli. Questo sarebbe un decisivo salto qualitativo che forse però vedremo solo nel 2013.
E’ probabile che escano nuovi codec migliorati anche da Sony che è ferma da anni all’xdcam a 35 mbit. Canon per ora ha scelto di migliorare l’H264 (8 bit) sulle reflex e di tenersi l’mpeg2 a 50mbit sulle telecamere di fascia alta.
Insomma il 2012 secondo me non vedrà rivoluzioni epocali rispetto al 2011, ma potrebbe riservare qualche significativo miglioramento. Forse non abbastanza per convincerci spendere dei soldi (quali?). Anche perché, come tutti sappiamo, tutti questi bei giocattoli servirebbero solo a fare ottime riprese della fine del mondo. Immagini che difficilmente potremmo poi far vedere a qualcuno.

Nessun commento:

Posta un commento