Quello che però piace a me spesso non incontra il favore del pubblico più vasto. Un po’ come Jackie Brown. Io e l’amico Sergio pensiamo sia il film più riuscito e completo di Tarantino, ma siamo davvero una ristretta minoranza. Ecco quindi che questo blog nel tempo è diventato praticamente un lungo monologo. Con questo non voglio fare la parte dell’incompreso o di quello che alle feste si mette in un angolo a guardare fuori dalla finestra con l’aria mesta sperando di farsi notare dalla topa-di-turno (strategia pessima per altro). Infatti, il blog ha continuato a vivere fino ad oggi, salvandosi pure dal naufragio di splinder, nutrendosi dei miei più o meno sensati interventi, mantenendo un piccolo ma fedele pubblico.
E siccome lo scrivere è un esercizio che trovo vieppiù piacevole, rilassante nonché uno dei più antichi barbatrucchi per intortare le ragazze, non solo non ho intenzione di smettere, ma recentemente mi sono sdoppiato aprendo un altro papiro virtuale su cui sfogare i miei istinti letterari.
Tra l’altro da tempo immemore soffro della più classica delle sindromi che resero celebri John Lithgow, ossia la duplicazione della personalità, laddove il thecat si sovrappone e si sostituisce all’alex e viceversa senza soluzione di continuità. Quindi tanto valeva certificare questo fatto aprendo una porta al thecat e lasciare invece questo spazio a una funzione più “istituzionale”. In realtà non mi è affatto chiaro come si divideranno gli interventi e se si divideranno, ma ci sono alcune cose che magari qui non sarebbe utile raccontare...
Tipo il pezzo che inutilmente s-lusinga Claudio Bisio. Benvenuti nel blog di alexthecat.

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