domenica 13 febbraio 2005

La casa su marte
(Al piano: Miriam Makeba)



Quando sento di essermi perso in qualcosa mi rifugio nella
casa su marte. Lassù (o laggiù visto che nell’universo non esiste un alto e un
basso) puoi trovare un significato perché essendo tutto uguale e indistinto i
nomi delle cose esprimono solo considerazione. Nella casa su marte puoi tenere
la porta aperta perché neanche il vento viene a disturbarti in una casa su
marte. Si sostiene che marte sia inospitale e certamente può risultare desolato,
ma, volendo, è pieno di esseri molto caldi e piacevoli che possono essere
raccolti e rilasciati a piacimento. Ci si può giocare a lungo anche solo a
raccoglierli e in quel momento si verrà investiti da una avvolgente sensazione
di benessere difficile da descrivere. Infatti nessuno che io conosca ci ha mai provato.
E’ una sensazione talmente piena e vera che nessuno tenta di disegnarla,
dipingerla o raccontarla. Ecco perché molti quando tornano dalla casa su marte
non raccontano nulla.

5 commenti:

  1. oggi ho proprio bisogno di andarci nella casa su marte...

    elena

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  2. pur'io, e se ci fosse il vento non mi spiacerebbe.

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  3. beh stasera sul molo audace a trieste ce n'era di vento...

    elena

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  4. oh ma i tramonti qui sono bellissimi, magari un po' radioattivi, ma bellissimi...

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  5. i tramonti sono sempre bellissimi

    la bellezza di quel qualcosa che muore... che se ne va colorando tutto di rosso...

    (se poi il rosso é solo la reazione chimica della radioattività a contatto con l'atmosfera chi se ne frega, noi sognatori cogliamo l'anima romantica delle cose...)


    elena

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