(Al piano: Miriam Makeba)

Quando sento di essermi perso in qualcosa mi rifugio nella
casa su marte. Lassù (o laggiù visto che nell’universo non esiste un alto e un
basso) puoi trovare un significato perché essendo tutto uguale e indistinto i
nomi delle cose esprimono solo considerazione. Nella casa su marte puoi tenere
la porta aperta perché neanche il vento viene a disturbarti in una casa su
marte. Si sostiene che marte sia inospitale e certamente può risultare desolato,
ma, volendo, è pieno di esseri molto caldi e piacevoli che possono essere
raccolti e rilasciati a piacimento. Ci si può giocare a lungo anche solo a
raccoglierli e in quel momento si verrà investiti da una avvolgente sensazione
di benessere difficile da descrivere. Infatti nessuno che io conosca ci ha mai provato.
E’ una sensazione talmente piena e vera che nessuno tenta di disegnarla,
dipingerla o raccontarla. Ecco perché molti quando tornano dalla casa su marte
non raccontano nulla.
oggi ho proprio bisogno di andarci nella casa su marte...
RispondiEliminaelena
pur'io, e se ci fosse il vento non mi spiacerebbe.
RispondiEliminabeh stasera sul molo audace a trieste ce n'era di vento...
RispondiEliminaelena
oh ma i tramonti qui sono bellissimi, magari un po' radioattivi, ma bellissimi...
RispondiEliminai tramonti sono sempre bellissimi
RispondiEliminala bellezza di quel qualcosa che muore... che se ne va colorando tutto di rosso...
(se poi il rosso é solo la reazione chimica della radioattività a contatto con l'atmosfera chi se ne frega, noi sognatori cogliamo l'anima romantica delle cose...)
elena